Canto d'ingresso
ECCO L’UOMO
Nella memoria di questa Passione
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello soffrire da solo.
Noi ti preghiamo, Uomo della croce,
Figlio e fratello, noi speriamo in te!
(2 volte)
Nella memoria di questa tua morte
noi ti chiediamo coraggio, Signore,
per ogni volta che il dono d’amore
ci chiederà di soffrire da soli.
Noi ti preghiamo, Uomo della croce,
Figlio e fratello, noi speriamo in te!
(2 volte)
Saluto iniziale
Celebrante: Benedetto il Signore che vive e regna nei secoli dei secoli
Tutti: Amen
Introduzione di Don Tonino Bello
Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti si snoda la strada della quaresima. Una strada lunga, ma apparentemente corta: è poco meno di due metri. Ma in verità è molto più lunga e faticosa, perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.
A percorrerla non bastano i quaranta giorni della quaresima. Occorre tutta una vita, e il tempo quaresimale è un momento privilegiato. Pentimento e servizio sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti forse si dimenticano subito. Queste invece no, perché espresse con i simboli, che parlano un linguaggio “a lunga conservazione”. È difficile sottrarsi all’uso della cenere. Benché leggerissima scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo perentorio all’unica cosa che conta: “convertiti e credi al Vangelo”
Cenere e acqua, ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci dalla testa ai piedi.
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Prima Stazione
LA PREGHIERA NEL GETSEMANI
Chiesa Natività di Maria Vergine
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo 26, 30-46
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: "Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: "Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà". Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite pure e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino".
Commento di don Tonino Bello
Nell’orto degli ulivi Gesù veglia pensando al grande mistero che sta per compiersi. Egli vive quei momenti con tale intensità che suda sangue. Momenti di dolore fisico, non solo morale. Il dolore fisico più grande procurato a Gesù è quello della solitudine: Egli si vede abbandonato ed è per questo che noi vogliamo fargli compagnia. Vogliamo dirgli: “Signore, guarda, siamo con te. E se ci viene il sonno dacci uno scossone perché vogliamo vigilare e pregare con te per il bene dell’umanità.”
Coro: Chiusa in un dolore atroce, eri là sotto la croce, dolce Madre di Gesù.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
CHI MI VUOL SEGUIRE
Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua!
Tu, Signore, hai detto che non hai una pietra
per posare il capo quando scende la notte:
eppure a te, o Signore, ho deciso di donare la mia vita.
Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua!
Tu, Signore, hai detto che chi ama la sua casa più di te
non è degno di seguirli nel tuo regno:
eppure a te, o Signore, ho deciso di donare la mia vita.
Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua!
Tu, Signore, hai detto d’annunciarti in tutto il mondo,
ma io so che saremo disprezzati ed oltraggiati:
eppure a te, o Signore, ho deciso di donare la mia vita.
Chi mi vuol seguire rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua!
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Seconda Stazione
IL PROCESSO RELIGIOSO
Parchetto dietro la Chiesa Natività di Maria Vergine
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo 26, 57- 68
Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: "Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni"". Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio". "Tu l'hai detto - gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo". Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". E quelli risposero: "È reo di morte!". Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: "Fa' il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?".
Commento di don Tonino Bello
È reo di morte. Non può rimanere in vita Lui, il benefattore dell’umanità, Colui che ha creato i cieli e la terra per la gloria anche dell’uomo. Lui che ha cercato tanto un brandello della nostra amicizia, ora è ripagato così: è reo di morte. Povero Signore, che sprofondamento di tristezza.
Il Signore ci venga incontro quando noi ci sentiamo vilipesi, abbandonati. Quando ci sentiamo oggetto del sorrido degli altri. Allora chiediamo al Signore che ci stia vicino, si dia coraggio.
Coro: Il tuo cuore desolato / fu in quell’ora trapassato / dallo strazio più crudel.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
IL PANE DEL CAMMINO
Rit.: Il tuo popolo in cammino,
cerca in te la guida,
sulla strada verso il Regno,
sei sostegno col tuo Corpo.
Resta sempre con noi, o Signore.
È il Tuo pane Gesù che ci dà forza
e rende più sicuro il nostro passo;
se il vigore del cammino si svilisce,
la tua mano dona lieta la speranza. (Rit.)
È il Tuo vino Gesù che ci disseta,
e sveglia in noi l'ardore di seguirti;
se la gioia cede il passo alla stanchezza,
la Tua voce fa rinascere freschezza. (Rit.)
È il Tuo corpo Gesù che ci fa Chiesa,
fratelli sulle strade della vita;
se il rancore toglie luce all'amicizia,
dal Tuo Cuore nasce giovane il perdono. (Rit.)
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Terza Stazione
LA CONDANNA
DELLA AUTORITÀ POLITICA
E LA VIA DELLA CROCE
Passaggio san Fermo
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 23,20-32
Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. Ma essi urlavano: "Crocifiggilo, crocifiggilo!". Ed egli, per la terza volta, disse loro: "Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò". Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita.
Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?". Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati.
Commento di Cardinal Carlo Maria Martini
“Contemplando il Crocifisso, noi dobbiamo imparare a vedere in Gesù, con gli occhi della fede, il Figlio obbediente, il Figlio di Dio, vero uomo, vero Dio, che realizza in quanto tale un rapporto singolarissimo di obbedienza con il Dio dei padri, che è Suo Padre. Gesù, nel mistero della sua passione e della sua croce, vive una obbedienza a Dio con un affidamento, con un abbandono che non viene meno per nessuna contraddizione che incontra da parte di chi non sia il Padre.
Tutti gli uomini possono essergli contro e lui però va avanti dritto, nella fedeltà alla sua missione.”
Coro: Se ti fossi stato accanto / forse che non avrei pianto / o Madonna, anch’io con te?
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
CAMMINERÓ
Rit.: Camminerò, camminerò sulla tua strada, Signor.
Dammi la mano, voglio restar per sempre insieme a te.
Quando ero solo, solo e stanco del mondo, quando non c'era l'Amor,
tante persone vidi intorno a me, sentivo cantare così. (Rit.)
Io non capivo, ma rimasi a sentire quando il Signor mi parlò;
lui mi chiamava, chiamava anche me e la mia risposta si alzò. (Rit.)
Or non m'importa se uno ride di me, lui certamente non sa
del gran regalo che ebbi quel dì; che dissi al Signore così. (Rit.)
A volte sono triste, ma mi guardo intorno, scopro il mondo e l'amor;
son questi i doni che lui fa a me; felice ritorno a cantar. (Rit.)
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Quarta Stazione
GESÙ VIENE POSTO SULLA CROCE
Inizio via Porraneo
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo 27, 33- 44
Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: "Costui è Gesù, il re dei Giudei". Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: "Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!". Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: "Sono Figlio di Dio"!". Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.
Commento di Papa Francesco
Dinanzi al Volto della Sindone Papa Francesco sottolinea come quel “Corpo torturato esprime una sovrana maestà”. L’immagine, che è quella di un crocifisso, non solo comunica una grande pace, ma è come “se lasciasse trasparire una energia contenuta ma potente. È la potenza dell’amore di Dio, è una forza misteriosa che chiama dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla disperazione alla speranza. Ecco la preghiera che San Francesco pronunciò davanti al Crocifisso: “Sommo, glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio, e dammi fede retta, speranza certa e carità perfetta, senno e conoscenza, o Signore, affinché adempia il tuo santo e verace comandamento. Amen.”
Coro: Le ferite che il peccato / sul suo corpo ha provocato / siano impresse, o Madre, in me.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
LA VITA NELL’AMORE
Rit.: Se la nostra vita sarà nuova,
se vivremo tra noi con vero amore,
a quest’uomo che cerca la tua strada
noi sapremo donare la tua luce.
Di tutto ciò che hai fai dono ai tuoi fratelli;
vi troverai la pace, gioia e libertà!
Resisti alle ricchezze, non vendere il tuo cuore,
amare la giustizia vuol dire povertà. (Rit.)
Ma dove attingeremo la forza dell’amore,
chi mi darà il coraggio di offrire la mia vita?
È nel Signore solo che trovi il vero amore,
a lui chiedi la forza, e un cuore nuovo avrai. (Rit.)
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Quinta Stazione
LA MORTE DI GESÙ E I SEGNI
Scuola Porraneo
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo 27, 45-56
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!". Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio!".
Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
Commento di don Tonino Bello
“Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio”. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo.
“Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio”, solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. La mia, la tua, le nostre croci sono provvisorie.
Sappiamo già che un giorno veramente le nostre piaghe si convertiranno in stigmate di risurrezione e le nostre vesti saranno trasformate in vesti di gioia e i lamenti si cambieranno in danza. È una vicenda che ha sperimentato Lui. Niente paura, dunque.
Coro: Del Figliolo tuo trafitto / per scontare il mio delitto / condivido ogni dolor.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
CREDO IN TE
Credo in te, Signore, credo nel tuo amore,
nella tua forza che sostiene il mondo.
Credo nel tuo sorriso che fa splendere il cielo
e nel tuo canto che mi dà gioia.
Credo in te, Signore, credo nella tua pace,
nella tua vita che fa bella la terra.
Nella tua luce che rischiara la notte,
sicura guida nel mio cammino.
Credo in te, Signore, credo che tu mi ami,
che mi sostieni, che mi doni il perdono.
Che tu mi guidi per le strade del mondo,
che mi darai la tua vita.
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Sesta Stazione
I CORPI DEI CROCIFISSI
VENGONO DEPOSTI
Sagrato chiesa Sant’Anastasio Martire
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Commento di Don Tonino Bello
Da quando l’Uomo della Croce è stato issato sul patibolo, quel legno del fallimento è divenuto il parametro vero di ogni vittoria, e le sconfitte non vanno più dimenticate sulla collezione dei fischi che si rimediano, o dei naufragi in cui annegano i sogni.
“È vero che ogni cristiano deve accogliere le sua croce, ma è vero anche che ognuno di noi deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi. Noi oggi siamo chiamati a un compito dalla portata storica e senza precedenti: “sciogliere le catene inique, togliere i legami dal gioco, rimandare liberi gli oppressi”.
Coro: Di dolori quale abisso! / Presso , o Madre, al Crocifisso, / voglio piangere con te.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
Canto
È GIUNTA L’ORA
È giunta l’ora Padre per me
ai miei amici ho detto che
questa è la vita conoscere te
e il figlio tuo, Cristo Gesù.
Erano tuoi, li hai dati a me
ed ora sanno che torno a te.
Hanno creduto: conservali Tu
nel tuo amore, nell’unità.
Tu mi hai mandato ai figli tuoi
la tua Parola è verità.
E il loro cuore sia pieno di gioia:
la gioia vera viene da te.
Io sono in loro e Tu in me:
che sian perfetti nell’unità.
E il mondo creda
che Tu mi hai mandato
li hai amati come ami me.
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Settima Stazione
IL CORPO DI GESÙ
NEL SEPOLCRO NUOVO
Chiesa Sant’Anastasio Martire
Celebrante: Ti adoriamo a Cristo, e ti benediciamo.
Tutti: Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo 27, 57- 66
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di Màgdala e l'altra Maria.
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: "Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore, mentre era vivo, disse: "Dopo tre giorni risorgerò". Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: "È risorto dai morti". Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!". Pilato disse loro: "Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete". Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Commento di Don Tonino Bello
È il gesto dell’ultima tenerezza umana nei confronti del Maestro che ha usato in vita tante attenzioni per i suoi discepoli, per coloro che gli hanno voluto bene e soprattutto per i suoi nemici.
Adesso c’è questo gesto di pietà da parte delle donne, di Giuseppe che prende il corpo di Gesù, lo avvolge in un candido lenzuolo e lo depone in una tomba nuova nel suo giardino, di Nicodemo che va a portare misture di aloe e di profumi.
Questo avvolgere Gesù nei candidi lini: quanto amore in tale gesto! Chissà come saranno attenti a non maltrattare il corpo di Gesù! Chissà quante lacrime avranno versato sulle sue membra e sul suo corpo che tra qualche giorno splenderà nella luce sfolgorante della risurrezione!
Amate la bellezza, coltivate la vostra bellezza! Curate la vostra persona, curate la dolcezza del vostro sguardo e persino la stretta di mano abbia uno spessore di tenerezza. È la bellezza che salverà il mondo. Scegliete per la vita! Amate le cose pulite, belle: la poesia, il sogno, la fantasia. Benedite il signore che vi dà questa possibilità di viaggiare senza biglietto, gratuitamente, lungo i meridiani e i paralleli non solo del globo, ma dell’esistenza….
Coro: Con amor filiale, voglio / fare mio il tuo cordoglio: /rimanere accanto a te.
Tutti: Santa Madre, deh. Voi fate / che le piaghe del Signore / siano impresse nel mio cuore.
RIFLESSIONE
Pensiero di don Tonino Bello
Voglio ringraziarti Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me.
Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami allora a librarmi con te.
Perché vivere non è trascinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita.
Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento.
Vivere è assaporare l’avventura della libertà.
Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te.
ORAZIONE
Celebrante: O Padre, che ci hai redenti con la passione dolorosa e la risurrezione gloriosa del Tuo Figlio Gesù Cristo, concedi a noi di meditare il mistero della tua Passione alla Luce della Parola. Dopo aver venerato sulla terra l’immagine di Gesù sofferente, donaci di contemplare in cielo il Suo Volto splendente di gloria. Egli è il Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
Tutti: Amen
CONCLUSIONE
Celebrante: Benedetto il Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli
Tutti: Amen
Celebrante: Il Signore ci benedica e ci esaudisca
Tutti: Amen
Celebrante: Andiamo in pace
Tutti: Nel nome di Cristo.
Canto finale
TI SALUTO, O CROCE SANTA
Ti saluto, o croce santa,
che portasti il Redentor.
Gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
Sei vessillo glorioso di Cristo,
sei salvezza del popol fedel.
Grondi sangue
innocente sul tristo
che ti volle martirio crudel.
Ti saluto, o croce santa,
che portasti il Redentor.
Gloria, lode, onor ti canta
ogni lingua ed ogni cuor.
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Santa Pasqua 2025
SOLTANTO L’AMORE
PUÒ CREDERE ALLA RESURREZIONE
Se Gesù non fosse risorto sarebbe vana la nostra fede.
Se Gesù fosse rimasto nelle tenebre del sepolcro, il cristianesimo non avrebbe più significato.
È la resurrezione il punto centrale, nodale di tutta la nostra vita cristiana, di tutta la nostra vita redenta. È difficile accettare la resurrezione.
Ci sono tanti galantuomini che di Gesù hanno accettato tutto: la legge, l’impegno morale... Ma la resurrezione no.
Il nostro illustre e grande concittadino Gaetano Salvemini scrive:
“Io mi sono fermato, per quanto riguarda il cristianesimo, al venerdì santo. Non sono andato oltre. Mi sono fermato al Calvario. Ho accettato il grande messaggio umano di Gesù, ma non sono andato oltre. La resurrezione, no.
Al sepolcro non sono riuscito ad arrivarci”.
Eppure sono venti metri appena. Un percorso brevissimo.
Però è il più lungo per chi deve fare un itinerario di fede.
Chiediamo al Signore che possiamo veramente abbandonarci a Lui e, soprattutto, possiamo inebriarci dei raggi della luce della resurrezione.
Mons. Tonino Bello
dalla Via Crucis scritta il 12 marzo 1993,
un mese prima della sua morte
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Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati.
È la festa del terremoto.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.
È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.
da “Pietre di scarto”
di Mons. Tonino Bello,
libro scritto nei primi mesi del 1993
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